Via Domenico Catalano

Via Domenico Catalano è una delle zone “storiche” di Girifalco. È ancora nella memoria viva di molti girifalcesi viventi, che ci sono nati e vi hanno trascorso parte della nostra vita. È comunemente nota come “Rughicelle“, che si potrebbe tradurre come “viuzze”, etimologia di facile interpretazione date le ridotte dimensioni delle stradine in questione.

Sono tre stradette e non hanno via di uscita, solo dalla traversa centrale parte un piccolo viottolo che conduce a Via Asia. La zona è costeggiata da un burrone nel quale scorre un fiumiciattolo di acque nere. Le strade sono molte strette, non sono asfaltate e la circolazione delle auto è impossibile. Le case sono a schiera e basse; sono costruite di pietra con travi di legno. Prima della guerra erano prive di impianto sia idrico che elettrico. Infatti, andavano ad attingere acqua alla fontana pubblica e le casette erano illuminate dalla fioca luce della “lumera " o del lume a petrolio. Le abitazioni erano divise in due vani: in uno abitavano le famiglie, nell’altro custodivano gli animali. Le famiglie vivevano in una sola stanza dove facevano tutto: dormivano, cucinavano, mangiavano e per i loro bisogni erano costretti ad uscire fuori. I bambini giocavano con ciò che avevano a portata di mano ed i giochi erano molto semplici: battimuro, nascondino (ammucciatedda), a scisciuli, o lignieddu, a pietruzze ecc. La vita di relazione con i vicini per lo più si svolgeva fuori di casa: rimangono dei “sedili” di pietra o di muratura, addossati ai muri. Le vicine, sedute su queste panchine d’altri tempi, discutevano e raccontavano fattarelli. La zona si può dire che vada spopolandosi. Molte casette sono chiuse e sono in stato di abbandono: i vetri delle finestre sono rotti, gli infissi sgangherati; agli usci cresce l’erba.

L’origine dell’intestazione della via Domenico Catalano è interessante in quanto richiama eventi storici significativi. Implicitamente si rivela di per sè un documento storico “vivo”, dato che non solo comunica freddi dati ma immediatamente fornisce anche un assaggio dell’atmosfera dell’epoca.

Fino al 1938 le Rughicelle erano chiamate “Via Marsiglia”, probabilmente in onore della Francia che aveva aiutato il Risorgimento italiano (non documentato, ma verosimile).

All’epoca dei fatti, piena era Fascista, l’Italia soffriva le sanzioni internazionali a causa dell’impresa italiana in Etiopia da parte di tanti stati (tra cui la Francia) ed il Fascismo era impegnato in azioni militari in Spagna in favore della rivoluzione di Francisco Franco.

Uno dei primi caduti Girifalcesi sul fronte Spagnolo fu appunto un giovane di nome Domenico Catalano.

Domenico Catalano abitò in Primo vico Milano, ex Taverna, dove nacque alle ore quattro del 16/02/1915 da Giuseppe e da Stranieri Mariateresa. L’atto deliberativo con il quale la denominazione di via Marsiglia fu sostituita con l’attuale “Domenico Catalano” fu adottato dal podestà del tempo, Dott. Gregorio Tolone, il 09/02/1939 e cosi recita: “sostituire la denominazione di via Marsiglia col nome del caduto per il trionfo della Patria ideologia in terra di Spagna “Domenico Catalano”. Da una comunicazione del Ministero della Guerra del tempo, datata Roma 03/09/1937, risulta che, in base a testimonianza di militari, Domenico Catalano mori in Spagna a Brilonega.

In memoria del giovane eroe fu organizzata una cerimonia cittadina che in molti ancora ricordano vivamente: l’ispettore di zona dottor Rocco Cerra ruppe la targa con la vecchia intestazione “via Marsiglia” e la sostituì con “via Domenico Catalano”.

Commento (opinione non documentata): il regime otteneva più risultati insieme. Dimostrava di onorare la cittadinanza che “si sacrificava per il regime e il Duce”, rinvigorendo quindi demagogicamente gli entusiasmi, e contemporaneamente praticava una ritorsione contro l’embargo della Francia. Sembra infatti che azioni simili siano state “stimolate” dal regime fascista e siano state quindi compiunte in varie parti d’Italia.